Comunicazione riguardo l’intervento di edilizia privata sito in via Soffietti.

Comunicazione riguardo l’intervento di edilizia privata sito in via Soffietti.

In questi ultimi giorni diverse sono state le polemiche innescatesi sui ‘social’ riguardante l’intervento di edilizia privata di via Soffietti: un intervento che prevede la demolizione di tutti i bassi fabbricati presenti, la costruzione di un nuovo edificio residenziale e l’apertura di una nuova via di collegamento tra via Gramsci e via Soffietti.

Visti alcuni commenti impropri e strumentali e considerato che non sempre vi sia stata da parte di taluni la massima trasparenza e l’onestà intellettuale nell’informare correttamente i cittadini, ritengo doveroso chiarire alcuni aspetti. Capisco che la campagna elettorale sia già partita ma ritengo che il modo migliore per rispettare i nostri concittadini è quello di dare una corretta informazione.

            Nell’area privata oggetto di intervento edilizio è previsto l’abbattimento di un tiglio, insistente sulla stessa  proprietà; quindi di intervento di edilizia privata e non di un intervento pensato dall’ufficio lavori pubblici del Comune.

È giusto ricordare che tali edifici, attualmente inagibili e in parte crollati, sono stati utilizzati, su richiesta dell’Amministrazione Comunale nel 2008, per dare dimora temporanea a cittadini in difficoltà. I proprietari di tale edificio, a cui va il ringraziamento per quanto dato alla comunità pianezzese, hanno legittimamente presentato un piano di recupero dell’area cosi come previsto dal Piano Regolatore.

Sull’area di via Soffietti, quindi, non si può tacere che il Piano Regolatore Generale Comunale vigente ha dato una capacità edificatoria aggiuntiva rispetto a quella esistente, permettendo così di costruire un nuovo edificio.

Ma allo stesso modo bisogna ricordare forte e a chiare lettere che il Piano Regolatore Generale Comunale, che ha inserito tale nuova capacità edificatoria, è stato adottato a marzo del 2011 dalla precedente Amministrazione.

Quindi questi diritti edificatori, come tutti gli altri che ne derivano con il Piano Regolatore vigente, nascono a seguito di quanto approvato in Consiglio Comunale da quella Amministrazione cui Gagliardi era Sindaco e Agagliati (l’attuale candidato a Sindaco di Pianezza Protagonista) era stato Assessore all’Urbanistica  e dopo  ancora come Capogruppo di maggioranza in Consiglio Comunale. È abbastanza facile comprendere di conseguenza che l’intervento che oggi viene ‘contestato da qualcuno’, quasi strappandosi le vesti, è stato consentito e voluto da chi ha deciso del vigente Piano Regolatore.

Per quanto riguarda il tiglio, di età presunta tra i 70 e 80 anni, è stato oggetto di accurata valutazione sulle interferenze tra esso ed il cantiere edile a cura di un dottore in Scienze Forestali.

Dallo studio è emerso che la ricollocazione dell’albero è praticamente inutile in quanto le dimensioni del diametro del tronco sono tali (superano abbondantemente i 40 cm)  da avere poche probabilità di sopravvivenza.

Vista quindi l’impossibilità dello spostamento, la proprietà in accordo con l’amministrazione ha optato per un intervento di compensazione ambientale consistente nella piantumazione dell’area verde di largo Amendola, posando le seguenti essenze:1 albero di seconda grandezza di Liquidambar styraciflua, 1 albero di prima grandezza Liriodendron tulipifera, 1 albero di prima grandezza Fagus sylvatica, 2 albero-arbusto Acer palmatum e 3 macchia arbustiva di Laurus nobilis, di Photinia x fraseri e di Ilex aquifolium

Dispiace indubbiamente che sia stato rimosso il tiglio in via Soffietti ma l’intervento di compensazione ambientale ha permesso di mantenere un bilancio verde sicuramente positivo, moltiplicando  tutti i valori ecosistemici, valorizzando cosi la suddetta area dal punto di vista paesaggistico.

Questo è  quanto fosse possibile e quanto è stato fatto come Amministrazione Comunale.

Ringraziandovi per l’attenzione porgiamo cari saluti.

Il Sindaco
Antonio Castello

Lavori di rimozione conduttori e demolizione tratto di linea t217/233 dell’elettrodotto presente a Pianezza

Lavori di rimozione conduttori e demolizione tratto di linea t217/233 dell’elettrodotto presente a Pianezza

Da parte di Coget Impianti S.p.a. per conto di Terna Rete Italia s.p.a.

dal 9.12.2020 al 18.12.2020 dalle ore 7,30 alle ore 17,00 e comunque sino a fine lavorazioni.
l’istituzione temporanea del restringimento di carreggiata o senso unico alternato di circolazione:
  • in via Cassagna, a circa 300 metri dalla SP24, direzione Pianezza centro;
  • in via Druento, in corrispondenza di via della Cortassa;
  • in via della Cortassa, in prossimità di via Druento;
  • in via A. Moro, tra il civico n. 16/E e n. 18/A;
  • in via San Bernardo, dal civico n. 50 al civico n. 60;
  • in via Antonelli, in corrispondenza del civico n. 7;
  • in via J. Jaquerio, in corrispondenza del civico n. 10;
  • in via F. Juvarra, in corrispondenza del civico n. 13;
  • in via S. Gillio, rotatoria via San Pancrazio/via Musinè/via San Gillio;
  • in via Musinè, da via San Pancrazio ai civici n. 2-14 (strada interna);
  • in via L. Firpo, dal civico n. 1 a via N. Bobbio n. 6;
  • in via Parucco, dal civico n. 21 al civico n. 28.
l’istituzione temporanea del divieto di transito e sosta veicolare :
  • n via A. Moro, presso l’area a parcheggio tre il civico n. 16/E e n. 18/A;
  • in via Musinè, presso l’area a parcheggio retrostante il centro commerciale,
  • in via Musinè, presso l’area a parcheggio mezzi di trasporto scolastico,
  • in via Parucco, presso l’area a parcheggio in prossimità del civico n. 28;
  • in via L. Firpo/via N. Bobbio, presso l’area a parcheggio;
  • proseguimento di via N. Bobbio, da via L. Firpo a via Parucco;
  • via N. Bobbio/via Musinè, area/pista BIKE PARK PRO

Il Sindaco
Antonio Castello

Misure per il lavoro agile nella pubblica amministrazione nel periodo emergenziale.

Misure per il lavoro agile nella pubblica amministrazione nel periodo emergenziale.

IL MINISTRO PER LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Vista la legge 23 agosto 1988, n. 400, recante la «Disciplina dell’attività di Governo e ordinamento della Presidenza del Consiglio dei ministri» e successive modificazioni ed integrazioni;

Visto il decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 303, recante «Ordinamento della Presidenza del Consiglio dei ministri, a norma dell’art. 11 della legge 15 marzo 1997, n. 59» e successive modificazioni ed integrazioni;

Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 4 settembre 2019 che dispone la delega di funzioni al Ministro per la pubblica amministrazione on. Fabiana Dadone;

Vista la legge 22 maggio 2017, n. 81, recante «Misure per la tutela del lavoro autonomo non imprenditoriale e misure volte a favorire l’articolazione flessibile nei tempi e nei luoghi del lavoro subordinato»;

Visto il decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 aprile 2020, n. 27 e, in particolare, l’art. 87, recante misure straordinarie in materia di lavoro agile per il pubblico impiego;

Visto l’art. 263 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge di conversione 17 luglio 2020, n. 77 e, in particolare, il comma 1, il quale prevede che «al fine di assicurare la continuità dell’azione amministrativa e la celere conclusione dei procedimenti, le amministrazioni di cui all’art. 1, comma 2 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, adeguano l’operatività di tutti gli uffici pubblici alle esigenze dei cittadini e delle imprese connesse al graduale riavvio delle attività produttive e commerciali. A tal fine,
fino al 31 dicembre 2020, in deroga alle misure di cui all’art. 87, comma 1, lettera a) , e comma 3 del decreto legge 17 marzo 2020, n. 18, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 aprile 2020, n. 27, organizzano il lavoro dei propri dipendenti e l’erogazione dei servizi attraverso la flessibilità dell’orario di lavoro, rivedendone l’articolazione giornaliera e settimanale, introducendo modalità di interlocuzione programmata, anche attraverso soluzioni digitali e non in presenza con l’utenza, applicando il lavoro agile, con le misure semplificate di cui al comma 1, lettera b) del medesimo art. 87, al cinquanta per cento del personale impiegato nelle attività che possono essere svolte in tale modalità»;

Visto il citato art. 263 e, in particolare, il terzo periodo del comma 1 il quale prevede che, in considerazione dell’evolversi della situazione epidemiologica, con uno o più decreti del Ministro per la pubblica amministrazione, possono essere stabilite modalità organizzative e fissati criteri e princìpi in materia di flessibilità del lavoro pubblico e di lavoro agile, anche prevedendo il conseguimento di precisi obiettivi quantitativi e qualitativi;

Visto il decreto-legge 14 agosto 2020, n. 104, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 ottobre 2020, n. 126;

Vista la delibera del Consiglio dei ministri 7 ottobre 2020 di proroga, fino al 31 gennaio 2021, dello stato di emergenza in conseguenza del rischio sanitario connesso all’insorgenza di patologie derivanti da agenti virali trasmissibili;

Visto il decreto-legge 7 ottobre 2020, n. 125, recante «Misure urgenti connesse con la proroga della dichiarazione dello stato di emergenza epidemiologica da COVID-19 e per la continuità operativa del sistema di allerta COVID-19, nonché per l’attuazione della direttiva (UE) 2020/739 del 3 giugno 2020.», e in particolare l’art. 1, comma 1, che proroga al 31 gennaio 2021 lo stato emergenziale;

Viste le circolari del Ministro per la pubblica amministrazione n. 2 del 1° aprile 2020 e n. 3 del 24 luglio 2020;

Visto il Protocollo quadro per la prevenzione e la sicurezza dei dipendenti pubblici sui luoghi di lavoro in ordine all’emergenza sanitaria da «COVID-19» del 24 luglio 2020 «Rientro in sicurezza», sottoscritto dal Ministro per la pubblica amministrazione e le organizzazioni sindacali;
Visti il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 13 ottobre 2020 e il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 18 ottobre 2020 e, in particolare, l’art. 3, comma 3 del primo il quale prevede che il lavoro agile sia incentivato con le modalità stabilite da uno o più decreti del Ministro per la pubblica amministrazione, garantendo almeno la percentuale di cui all’art. 263, comma 1 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni dalla legge 17 luglio 2020, n. 77;

Ritenuto necessario stabilire, per le pubbliche amministrazioni di cui all’art. 1, comma 2 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, in fase di prima applicazione del terzo periodo del comma 1 del citato art. 263, specifiche modalità organizzative e fissare criteri ai quali attenersi
per garantire la necessaria flessibilità del lavoro pubblico e per lo svolgimento del lavoro in modalità agile;

Ritenuto, alla luce del quadro normativo correlato all’emergenza epidemiologica da COVID-19 nonché della primaria esigenza della tutela della salute dei lavoratori, di dover individuare modalità organizzative e criteri omogenei per tutte le amministrazioni al fine di assicurare l’applicazione del lavoro agile, con le misure semplificate di cui al comma 1, lettera b) del citato art. 87 ad almeno il cinquanta per cento del personale impiegato nelle attività che possono essere svolte in tale modalità;

Considerata la necessità di fornire un quadro ricognitivo organico della disciplina sul lavoro agile nell’emergenza;

Considerata altresì la necessità di garantire, in relazione alla durata e all’evolversi della situazione epidemiologica, l’erogazione dei servizi rivolti a cittadini e alle imprese con regolarità, continuità ed efficienza, così come previsto dal citato art. 263;

Ritenuto, altresì, necessario adeguare le misure di organizzazione del lavoro pubblico anche commisurando la percentuale del citato art. 263, comma 1, al concreto evolversi della situazione epidemiologica da COVID-19 ed alle correlate misure di contenimento, nonché alla durata dello stato di emergenza;

Decreta:

Art. 1.
Lavoro agile

  1. Il lavoro agile nella pubblica amministrazione costituisce una delle modalità ordinarie di svolgimento della prestazione lavorativa.
  2. Fino al 31 dicembre 2020 per accedere al lavoro agile non è richiesto l’accordo individuale di cui all’art. 19 della legge 22 maggio 2017, n. 81.
  3. Il lavoro agile può avere ad oggetto sia le attività ordinariamente svolte in presenza dal dipendente, sia, in aggiunta o in alternativa e comunque senza aggravio dell’ordinario carico di lavoro, attività progettuali specificamente individuate tenuto conto della possibilità del loro svolgimento da remoto, anche in relazione alla strumentazione necessaria. Di regola, e fatto salvo quanto disposto all’art. 3, il lavoratore agile alterna giornate lavorate in presenza e giornate lavorate da remoto.
  4. I lavoratori che rendono la propria prestazione in modalità agile non subiscono penalizzazioni ai fini del riconoscimento di professionalità e della progressione di carriera.

Art. 2.
Definizioni

  1. Per «dirigente» si intende il dirigente di livello non generale, responsabile di un ufficio o servizio comunque denominato e, ove non presente, la figura dirigenziale generale sovraordinata. Negli enti in cui non siano presenti figure dirigenziali, il riferimento è da intendersi a una figura apicale individuata in coerenza con i relativi ordinamenti.
  2. Il «lavoratore fragile» richiamato nel presente decreto viene definito tale con esclusivo riferimento alla situazione epidemiologica e va individuato nei soggetti in possesso di certificazione rilasciata dai competenti organi medico-legali, attestante una condizione di rischio derivante da immunodepressione o da esiti da patologie oncologiche o dallo svolgimento di relative terapie salvavita, ivi inclusi i lavoratori in possesso del riconoscimento di disabilità con connotazione di gravità ai sensi dell’art. 3, comma 3 della legge 5 febbraio 1992, n. 104.
  3. Per «mappatura delle attività» si intende la ricognizione, svolta da parte delle amministrazioni in maniera strutturata e soggetta ad aggiornamento periodico, dei processi di lavoro che, in base alla dimensione organizzativa e funzionale, possono essere svolti con modalità agile.
  4. Per «accesso multicanale» alla pubblica amministrazione si intende l’accesso dell’utenza in presenza o attraverso l’utilizzo di ogni mezzo informatico, telefonico o tecnologico.

Art. 3.
Modalità organizzative

  1. Ai fini di cui all’art. 1, tenuto conto della mappatura di cui all’art. 2, comma 3, e, comunque, anche qualora essa non sia stata ancora completata dalle amministrazioni e salva la vigenza di disposizioni già definite dalle amministrazioni, ciascun dirigente, con immediatezza:

a) organizza il proprio ufficio assicurando, su base giornaliera, settimanale o plurisettimanale, lo svolgimento del lavoro agile almeno al cinquanta per cento del personale preposto alle attività che possono essere svolte secondo tale modalità, tenuto conto di quanto previsto al comma 3;
b) adotta, nei confronti dei dipendenti di cui all’art. 21 -bis del decreto-legge 14 agosto 2020, n. 104, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 ottobre 2020, n. 126, nonché, di norma, nei confronti dei lavoratori fragili ogni soluzione utile ad assicurare lo svolgimento di attività in modalità agile anche attraverso l’adibizione a diversa mansione ricompresa nella medesima categoria o area di inquadramento come definite dai Contratti collettivi vigenti e lo svolgimento di specifiche attività di formazione professionale;
c) adotta, al proprio livello, le soluzioni organizzati ve necessarie per consentire lo svolgimento delle attività di formazione di cui alla lettera b) anche al personale che svolge attività di lavoro in presenza;
d) favorisce la rotazione del personale di cui alla lettera a) , tesa ad assicurare, nell’arco temporale settimanale o plurisettimanale, un’equilibrata alternanza nello svolgimento dell’attività in modalità agile e di quella in presenza, tenendo comunque conto delle prescrizioni sanitarie vigenti per il distanziamento interpersonale e adeguando la presenza dei lavoratori negli ambienti di lavoro a quanto stabilito nei protocolli di sicurezza e nei documenti di valutazione dei rischi;
e) tiene conto, nella rotazione di cui alla lettera d) ,ove i profili organizzativi lo consentano, delle eventua li disponibilità manifestate dai dipendenti per l’accesso alla modalità di lavoro agile, secondo criteri di priorità che considerino le condizioni di salute del dipendente e dei componenti del nucleo familiare di questi, della presenza nel medesimo nucleo di figli minori di quattordici anni, della distanza tra la zona di residenza o di domicilio e la sede di lavoro, nonché del numero e della tipologia dei mezzi di trasporto utilizzati e dei relativi tempi di
percorrenza.

2. Al fine di agevolare lo svolgimento delle attività in modalità agile, le amministrazioni si adoperano per mettere a disposizione i dispositivi informatici e digitali ritenuti necessari, utilizzando le risorse finanziarie disponibili a legislazione vigente e promuovono l’accesso multicanale dell’utenza. È in ogni caso consentito, ai sensi dell’art. 87, comma 2 del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 aprile 2020, n. 27, l’utilizzo di dispositivi in possesso del lavoratore, qualora l’amministrazione non sia tempestiva mente in grado di fornirne di propri.

3. Le pubbliche amministrazioni, tenuto conto dell’evolversi della situazione epidemiologica, assicurano in ogni caso le percentuali più elevate possibili di lavoro agile, compatibili con le potenzialità organizzative e con la qualità e l’effettività del servizio erogato.

4. Le pubbliche amministrazioni organizzano e svolgono le riunioni in modalità a distanza, salvo la sussistenza di motivate ragioni.

Art. 4.
Flessibilità del lavoro

  1. Al fine di agevolare il personale dipendente nei trasferimenti necessari al raggiungimento della sede di servizio e – in presenza di realtà dimensionalmente significative – allo scopo di evitare di concentrare l’accesso al luogo di lavoro dei lavoratori in presenza nella stessa fascia oraria, l’amministrazione, ferma restando la necessità di assicurare la continuità dell’azione amministrativa e la celere conclusione dei procedimenti, individua fasce temporali di flessibilità oraria in entrata e in uscita ulteriori rispetto a quelle adottate, nel rispetto del sistema di relazioni sindacali definito dai Contratti collettivi nazionali.
  2. Nei casi di quarantena con sorveglianza attiva o di isolamento domiciliare fiduciario, ivi compresi quelli di cui all’art. 21 -bis , commi 1 e 2 del decreto-legge 14 agosto 2020, n. 104, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 ottobre 2020, n. 126, il lavoratore, che non si trovi comunque nella condizione di malattia certificata, svolge la propria attività in modalità agile. Nei casi in cui ciò non sia possibile in relazione alla natura della prestazione, ècomunque tenuto a svolgere le attività assegnate dal dirigente ai sensi dell’art. 3, comma 1, lettera b) del presente decreto. In ogni caso, si applica il comma 5 dell’art. 21 – bis del decreto-legge 14 agosto 2020, n. 104, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 ottobre 2020, n. 126.
  3. L’assenza dal servizio del lavoratore, necessaria per lo svolgimento degli accertamenti sanitari propri, o dei figli minorenni, disposti dall’autorità sanitaria competente per il COVID-19, è equiparata al servizio effettivamente
  4. prestato.

Art. 5.
Svolgimento dell’attività di lavoro agile

  1. Il lavoro agile si svolge ordinariamente in assenza di precisi vincoli di orario e di luogo di lavoro.
  2. In ragione della natura delle attività svolte dal dipendente o di puntuali esigenze organizzative individuate dal dirigente, il lavoro agile può essere organizzato per specifiche fasce di contattabilità.
  3. Nei casi di prestazione lavorativa in modalità agile, svolta senza l’individuazione di fasce di contattabilità, al lavoratore sono garantiti i tempi di riposo e la disconnessione dalle strumentazioni tecnologiche di lavoro.

Art. 6.
Valutazione e monitoraggio

  1. Le amministrazioni adeguano i sistemi di misurazione e valutazione della performance alle specificità del lavoro agile rafforzando, ove necessario, i metodi di valutazione, improntati al raggiungimento dei risultati e quelli dei comportamenti organizzativi.
  2. Il dirigente, in coerenza con gli obiettivi e i criteri per la valutazione dei risultati, monitora e verifica le prestazioni rese in modalità agile da un punto di vista sia quantitativo sia qualitativo, secondo una periodicità che tiene conto della natura delle attività svolte dal dipendente, in coerenza con i princìpi del sistema di misurazione e valutazione della performance adottato dall’amministrazione.
  3. L’amministrazione, anche ai fini del monitoraggio, assicura un’adeguata, periodica informazione sul lavoro agile, secondo le modalità indicate dal Dipartimento della funzione pubblica. Essa garantisce altresì la verifica dell’impatto del lavoro agile sulla complessiva qualità dei servizi erogati e delle prestazioni rese, tenuto conto dei
  4. dati e delle eventuali osservazioni provenienti dall’utenza
  5. e dal mondo produttivo.

Art. 7.
Relazioni sindacali

  1. Le amministrazioni potranno attivare il confronto con i soggetti sindacali, nel rispetto della disciplina contrattuale vigente, ai sensi del protocollo del 24 luglio
  2. 2020.

Art. 8.
Ambito di applicazione

  1. Le misure del presente provvedimento si applicano alle amministrazioni di cui all’art. 1, comma 2 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e restano in vigore fino al 31 dicembre 2020. Le altre amministrazioni pubbliche, gli organi di rilevanza costituzionale, nonché le autorità amministrative indipendenti, ivi comprese la Commissione nazionale per le società e la borsa e la Commissione di vigilanza sui fondi pensione, ciascuno nell’ambito della propria autonomia, adeguano il proprio ordinamento ai princìpi di cui al presente decreto.

Il presente decreto, previa sottoposizione agli organi di controllo, sarà pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana. Roma, 19 ottobre 2020

Il Ministro: DADONE